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La storia incredibile delle uova Fabergé

Benvenuti sul sito di MME Tatiana Fabergé: un viaggio nella sua vita professionale.

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Flea Market Fabergé: The Third Imperial Egg | Barnebys Magazine

Un viaggio nella vita dei Fabergé

Scopriamo insieme la vita la storia e curiosità sulla famiglia Fabergé.

peter carl fabergé

Peter Carl Fabergé è nato il 18 maggio 1846 ( il 30 maggio secondo il calendario Russo) quattro anni dopo l’ apertura del negozio laboratorio del padre in via Bolshaya Morskaya.

Iniziò i suoi studi presso una costosa scuola Luterana Tedesca, dove acquisì le basi della lingua tedesca. Nel 1859 Gustav decise di iscriverlo presso un’ altra scuola in San Pietroburgo ma solo un anno dopo Gustav decise di lasciare San Pietroburgo con tutta la sua famiglia dopo la morte di sua figlia di soli tre anni, stabilendosi in Dresda in Germania.  Gustav Fabergé si ritirò all’ età di 46 anni

“Tuttavia, l’officina che aveva fondato continuava a produrre gioielli e a commerciare con successo sotto la direzione dei suoi soci Hiskias Pendin e Valerii Andreievich Zaionchkovskii. Gustav iscrisse suo figlio Carl alla Handelslehranstalt di Dresda, una scuola di commercio. Il desiderio di Gustav Fabergé era che suo figlio prendesse in carico la struttura che aveva creato a San Pietroburgo.”

GERMANIA FRANCIA ITALIA

A metà del XIX secolo, l’unico modo per ottenere esperienza, competenze e tecniche speciali per lavorare con oro e argento era attraverso un apprendistato sotto un maestro artigiano. Carl fu quindi inviato a studiare sotto un noto orafo, Josef Friedmann, a Francoforte sul Meno (Germania). Per Carl Fabergé, tale conoscenza dei metodi pratici era naturalmente essenziale. Ma per un giovane ambizioso e creativo che voleva produrre manufatti con il proprio nome, questo era solo l’inizio.

Doveva imparare il disegno tecnico dei pezzi di oreficeria e si interessò a ciò che allora veniva chiamato “composizione”, cioè la creazione di forme, decorazioni e articoli che tengono conto delle regole stilistiche e delle restrizioni del mestiere.

In assenza di scuole tecniche e di arti e mestieri, il modo migliore per arricchire la propria cultura e ampliare il proprio orizzonte professionale era viaggiare, visitare biblioteche pubbliche specializzate, grandi musei e collezioni d’arte eccezionali. Gustav Fabergé offrì tale opportunità a suo figlio, il che gli permise di viaggiare per l’Europa tra il 1862 e il 1864. Visitò Londra durante l’Esposizione Mondiale di Gioielleria del 1862, poi trascorse un po’ di tempo a Parigi studiando alla Scuola Commerciale Schloss. Possibilmente trascorse un po’ di tempo al museo del Louvre osservando la sua vasta collezione di tabacchiere del XVIII secolo e pezzi smaltati.

CON BENVENUTO CELLINI

Carl viaggiò anche in Italia, in particolare a Roma e Firenze, quest’ultima essendo la città capitale della nuova Italia unificata (1861) e la nuova sede della Corte dei Savoia. Nel 1861, il nuovo governo italiano aprì al pubblico la collezione dei Medici, che conteneva una gamma di capolavori del Rinascimento italiano, inclusa la produzione orafa di Benvenuto Cellini, l’orafo per eccellenza. Firenze era anche famosa per il suo lavoro meticoloso con pietre dure usate per mosaici e lavori di intarsio incredibilmente fini.

Carl Fabergé visitò anche Napoli, non tanto per il Vesuvio attivo che attirava persone da tutta Europa ma per la sua collezione di “curios”.

una panoramica ampia

Tutto ciò che vide in Germania, Francia, Inghilterra e Italia lo portò a immaginare molteplici possibilità. Questa reazione era tipica, poiché il tumulto artistico di questo periodo consisteva nell’immaginare e prendere in considerazione tutto ciò che era stato realizzato in precedenza.

il primo uovo

Peter Carl Fabergé (1846-1920) era il gioielliere di corte degli Zar di Russia. Quando, nel 1885, Alessandro III gli commissionò un regalo di Pasqua per sua moglie, la Zarina Maria Fyodorovna, il gioielliere creò il primo Uovo Fabergé. Negli anni successivi, sotto il successore di Alessandro, Nicola II, Fabergé realizzò un totale di ben 50 uova per la famiglia dello Zar. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, le sue preziose opere sono andate disperse ai quattro angoli del mondo. A tutt’oggi soltanto 44 di esse sono state rinvenute. 

Alessandra Feodorovna

Alessandra Feodorovna, imperatrice di Russia. – Moglie dello zar Nicola II, figlia del granduca d’Assia Luigi IV e della principessa Alice d’Inghilterra, nipote quindi della regina Vittoria d’Inghilterra, nacque il 25 maggio 1872 a Darmstadt. Si convertì all’ortodossia e prese il nome di Alessandra il 21 ottobre 1894. Il suo nome prima del battesimo ortodosso era Alice. Sposò il granduca Nicola Aleksandrovi, erede al trono, il 14 novembre 1894 (vecchio stile). Dal matrimonio nacquero 5 figli: Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e l’erede al trono, Alessio. Al suo nome erano intitolati un reggimento di ulani della guardia e il 15° reggimento dei dragoni di Alessandro. Fu donna bella, imponente, maestosa, di animo buono e profondamente religioso. Secondo alcuni biografi, fu soggetta ad influenze straniere, ma non è provato che queste influenze abbiano avuto presa sul suo animo dal punto di vista politico. Sebbene estranea, per la sua origine, al mondo russo, amava la sua patria d’adozione ed era convinta di comprendere il popolo russo e di esserne compresa attraverso i legami del sentimento religioso.

the mosaic egg

ALBERT HOLMSTROM (1876-1925)

Questo uovo è uno dei più straordinari delle Uova di Pasqua Imperiali di Fabergé. La sua intricata rete è ornata con piccoli diamanti, rubini, topazi, zaffiri, granati, perle e smeraldi. Tutti sono perfettamente tagliati e lucidati per riempire gli spazi. Intorno al centro dell’uovo, i pannelli ovali raffigurano fiori in uno stile pensato per assomigliare al ricamo. La designer, Alma Theresia Pihl, fu ispirata a produrre questo motivo una sera mentre guardava sua suocera fare lavori di cucito, che scintillavano alla luce del fuoco. L’uovo contiene anche una ‘sorpresa’ nascosta – una medaglia con i ritratti dei figli dello Zar Nicola II e della Zarina Alessandra. L’uovo fu acquistato da re Giorgio V nel 1933, probabilmente per il compleanno della regina Mary.

le curiosità dei gioielli fabergé

  Una Storia di Lusso e Mistero La tradizione delle uova Fabergé iniziò nel 1885, quando lo zar Alessandro III commissionò a Peter Carl Fabergé il primo uovo come regalo di Pasqua per sua moglie, l’imperatrice Maria Fëdorovna. Questo primo uovo, noto come l’Uovo della Gallina, conteneva una sorpresa: un piccolo uovo d’oro che a sua volta racchiudeva una gallina d’oro e una miniatura della corona imperiale.

Un Legame con il Gioco delle Matrioske Le uova Fabergé sono spesso paragonate alle matrioske russe, le famose bambole di legno che si incastrano una dentro l’altra. Molte delle uova Fabergé contengono sorprese al loro interno, come miniature, gioielli o oggetti meccanici, ispirando la stessa gioiosa anticipazione nel rivelare i loro segreti.

I Capolavori Perduti Delle 50 uova imperiali Fabergé realizzate per la famiglia Romanov, solo 43 sono state ritrovate. Le altre sette sono ancora disperse, e la loro ubicazione rimane uno dei grandi misteri dell’arte. Ogni tanto, si fanno scoperte sensazionali, come nel 2014, quando un uovo imperiale perduto è stato trovato da un acquirente fortunato in un mercatino delle pulci americano.

La Precisione Svizzera di Fabergé Peter Carl Fabergé era famoso per la sua precisione e attenzione ai dettagli, collaborando spesso con artigiani svizzeri per garantire la perfezione dei suoi pezzi. Questa sinergia tra la maestria russa e la precisione svizzera ha contribuito alla creazione di gioielli straordinari che sono veri e propri capolavori di ingegneria e design.

La Rinascita del Marchio Fabergé Dopo la Rivoluzione Russa del 1917, l’azienda Fabergé fu chiusa, ma il marchio è stato resuscitato nel 2009. Oggi, continua a creare gioielli e uova di lusso, mantenendo viva la tradizione di eccellenza e innovazione del suo fondatore, portando il lusso e la bellezza dei gioielli Fabergé nel XXI secolo.

Fabergé e la Cultura Popolare I gioielli Fabergé hanno affascinato non solo gli amanti dell’arte e della storia, ma anche il mondo della cultura popolare. Sono apparsi in film, libri e serie TV, spesso come simboli di lusso e mistero. Celebri apparizioni includono il film di James Bond “Octopussy” e la serie TV “The Americans”, aggiungendo ulteriore fascino e mistero alla leggenda dei gioielli Fabergé. Le uova Fabergé sono molto più di semplici gioielli; sono testimoni della grandezza artistica e dell’abilità artigianale di Peter Carl Fabergé e del suo team. Incarnano il lusso, la bellezza e il mistero dell’epoca imperiale russa, continuando a incantare e affascinare persone di tutto il mondo. La loro storia è intrisa di mistero e fascino, e ogni uovo è un’opera d’arte unica e preziosa che continua a ispirare meraviglia e ammirazione.

Curiosità su Fabergé La dinastia Fabergé è celebre per la sua maestria nella gioielleria e per la creazione di opere d’arte straordinarie. Ecco alcune curiosità interessanti sulla famiglia Fabergé e sulle loro celebri creazioni.

Origini Francesi: La famiglia Fabergé ha origini francesi. Il capostipite della famiglia, Gustav Fabergé, si trasferì dalla Francia a San Pietroburgo, Russia, nel 1842. Fu qui che avviò la gioielleria che suo figlio, Peter Carl Fabergé, avrebbe poi reso famosa.

Le Uova Imperiali: Le uova di Pasqua imperiali, create da Peter Carl Fabergé, sono tra le opere più celebri della maison. Ogni uovo è un capolavoro unico, realizzato con materiali preziosi e decorato con dettagli intricati. La prima di queste uova fu commissionata dallo zar Alessandro III come regalo per sua moglie, l’imperatrice Maria Fedorovna, nel 1885.

Numero Totale di Uova: In totale, furono create circa 50 uova imperiali Fabergé. Di queste, 43 sono sopravvissute e sono conservate in musei e collezioni private in tutto il mondo. Ogni uovo è unico e molte contengono piccole sorprese, come miniature o automi.

Il Segreto della Creazione: Fabergé non ha mai rivelato i dettagli del processo di creazione delle sue uova e altre opere. Il laboratorio di Fabergé era famoso per la sua riservatezza, e i metodi e le tecniche utilizzate per realizzare questi capolavori rimangono in parte un mistero.

Eccellenza Artigianale: La maison Fabergé impiegava alcuni dei migliori artigiani dell’epoca, tra cui orafi, smaltatori e gioiellieri. Ogni pezzo creato da Fabergé era il risultato di una collaborazione tra diversi esperti, che garantivano una qualità eccezionale.

Diversificazione dei Prodotti: Oltre alle famose uova imperiali, Fabergé creò una vasta gamma di oggetti, tra cui gioielli, orologi, cornici, portacipria e scatole di tabacco. Ogni oggetto era realizzato con la stessa attenzione ai dettagli e alla qualità.

Fabergé e l’Esposizione Universale: Fabergé partecipò a diverse Esposizioni Universali, dove le sue opere ricevettero numerosi premi e riconoscimenti. Questi eventi contribuirono a consolidare la reputazione internazionale della maison.

La Caduta e la Rinascita: La Rivoluzione Russa del 1917 portò alla nazionalizzazione della maison Fabergé e alla dispersione della famiglia. Tuttavia, il nome Fabergé continuò a vivere e, negli anni recenti, è stato rilanciato con successo.

Il “Terzo Uovo Imperiale” Ritrovato: Uno degli eventi più emozionanti nella storia recente di Fabergé è stato il ritrovamento del “Terzo Uovo Imperiale”. Considerato perduto per molti anni, fu scoperto casualmente da un uomo che lo acquistò per il valore del metallo in un mercatino delle pulci negli Stati Uniti. Dopo aver scoperto la vera identità dell’uovo, il suo valore fu stimato in milioni di dollari.

Il Museo Fabergé a San Pietroburgo: Il Museo Fabergé a San Pietroburgo ospita una delle collezioni più complete di opere Fabergé, inclusi molti degli originali uova imperiali. Il museo è una tappa obbligata per chiunque sia interessato alla storia e all’arte dei Fabergé.

Queste curiosità offrono uno sguardo affascinante sulla storia e l’eredità della famiglia Fabergé, sottolineando la loro influenza duratura nel mondo della gioielleria e dell’arte.

L’Iscrizione a Mano: Ogni uovo imperiale creato da Fabergé portava una piccola iscrizione con la data e il destinatario. Questi dettagli erano spesso nascosti e possono essere trovati solo esaminando attentamente l’opera, aggiungendo un ulteriore strato di mistero e fascino.

La Commissione Annullata: L’ultima uova imperiale commissionata, conosciuta come l’Uovo Constellation, non fu mai completata a causa della Rivoluzione Russa. Questo uovo doveva essere un regalo per lo zar Nicola II nel 1917, ma rimase incompiuto e fu poi disperso durante il tumulto.

Il Contrabbando delle Uova: Dopo la Rivoluzione Russa, molte delle uova imperiali furono contrabbandate fuori dal paese e vendute a collezionisti privati e musei in tutto il mondo. Questo contribuì a salvare molte di queste opere d’arte dal rischio di distruzione o perdita.

Un Museo Dedicato a Baden-Baden: Oltre al Museo Fabergé a San Pietroburgo, esiste un altro museo dedicato alle opere Fabergé a Baden-Baden, in Germania. Fondato da un collezionista privato, questo museo ospita una vasta collezione di gioielli e oggetti d’arte Fabergé.

Collaborazioni Internazionali: Fabergé collaborò con artigiani e designer internazionali, incorporando influenze da diverse culture nelle sue opere. Questa fusione di stili contribuì a rendere le creazioni Fabergé uniche e riconoscibili.

La Famiglia Romanov: La famiglia Romanov, a cui Fabergé fornì molte delle sue creazioni, aveva una relazione speciale con la maison. Le uova imperiali erano spesso commissionate per celebrare eventi speciali e anniversari della famiglia imperiale.

Gli Oggetti Quotidiani di Lusso: Fabergé non si limitava a creare solo gioielli e uova, ma anche oggetti quotidiani di lusso come portachiavi, sigillanti per lettere e fermacarte, tutti realizzati con la stessa cura e attenzione ai dettagli.

I Segreti della Smaltatura: Una delle tecniche distintive utilizzate da Fabergé era la smaltatura guilloché, una tecnica complessa che coinvolge l’incisione di motivi intricati su metallo prima di applicare strati di smalto trasparente. Questo dava alle opere un effetto di profondità e luminosità unico.

Le Influences della Natura: Molti dei design di Fabergé erano ispirati alla natura. Fiori, animali e motivi naturali erano temi ricorrenti nelle sue creazioni, riflettendo l’abilità di Fabergé nel catturare la bellezza naturale in forme preziose.

Il Fabergé Revival: Nel 2009, Fabergé Ltd ha lanciato una nuova collezione di gioielli, segnando il ritorno del marchio sul mercato internazionale dopo quasi un secolo. Queste nuove creazioni continuano a portare avanti la tradizione di eccellenza artigianale e innovazione iniziata da Peter Carl Fabergé.

Una Connessione Reale: Oltre ai Romanov, altre case reali europee furono clienti di Fabergé. La regina Alexandra del Regno Unito, ad esempio, possedeva diverse opere di Fabergé e le collezioni reali britanniche includono oggi molti di questi pezzi.

Le Miniature: Una delle meraviglie delle uova di Fabergé erano le miniature incredibilmente dettagliate che spesso si trovavano all’interno. Questi piccoli oggetti, che potevano essere dipinti in smalto, incastonati con gemme o realizzati in oro, erano vere opere d’arte in miniatura.

Il “First Hen Egg”: Il primo uovo imperiale, conosciuto come il “First Hen Egg,” è stato realizzato nel 1885. Questo uovo, semplice all’esterno, conteneva una sorpresa: una gallina dorata con occhi di rubino e una corona imperiale.

La Sede a Londra: Fabergé aprì una sede a Londra nel 1903, espandendo così la sua influenza e i suoi clienti oltre la Russia. Questa sede londinese servì come punto di contatto per molti clienti internazionali.

Il Ritrovamento della Terza Uova: Il “Terzo Uovo Imperiale” è stato scoperto nel 2011 dopo essere stato considerato perso per molti anni. L’uovo era stato acquistato per il valore del metallo in un mercatino delle pulci negli Stati Uniti e solo successivamente identificato come un’opera di Fabergé.

Queste curiosità aggiungono ulteriori dettagli affascinanti alla storia già ricca della famiglia Fabergé e della loro straordinaria eredità artistica.

Certo, ecco ulteriori curiosità sulla famiglia Fabergé e le loro opere:

La Collezione Forbes: La famiglia Forbes è stata una delle più note collezioniste di uova Fabergé. Malcolm Forbes, il fondatore della rivista Forbes, acquistò molte di queste uova, creando una delle collezioni più prestigiose al mondo. Nel 2004, la maggior parte della collezione Forbes è stata venduta all’asta a un acquirente russo, che l’ha poi donata al Museo Fabergé di San Pietroburgo.

L’Uovo dell’Ordine di San Giorgio: Una delle ultime uova create da Fabergé per la famiglia imperiale è l’Uovo dell’Ordine di San Giorgio, commissionato nel 1916. Questo uovo è unico perché è uno dei pochi che riflette direttamente la Prima Guerra Mondiale, con un design più sobrio e patriottico.

Le Serate Fabergé: Durante l’epoca d’oro della maison Fabergé, erano comuni le “serate Fabergé”, eventi esclusivi dove venivano presentate le nuove creazioni. Questi eventi attiravano l’élite di San Pietroburgo e Mosca e contribuivano a consolidare la reputazione di Fabergé come il gioielliere più raffinato della Russia imperiale.

L’Arte della Micromosaica: Fabergé era anche noto per l’uso di micromosaici nelle sue creazioni. Questi mosaici, composti da minuscoli pezzi di vetro o pietra, erano spesso utilizzati per decorare superfici di gioielli e altri oggetti, aggiungendo un livello di dettaglio sorprendente.

Le Icone Russe: Oltre ai gioielli, Fabergé creò anche icone religiose ortodosse russe, spesso decorate con smalto e pietre preziose. Queste icone erano molto apprezzate per la loro bellezza e per la devozione religiosa che rappresentavano.

L’Incisione Guilloché: Una delle tecniche distintive di Fabergé era l’incisione guilloché, che creava motivi decorativi intricati sulla superficie del metallo. Questo processo era spesso seguito da smaltatura, che aggiungeva colore e profondità ai disegni.

Le Fabergé Flowers: Tra le creazioni meno conosciute ma altrettanto affascinanti di Fabergé ci sono i Fabergé Flowers. Questi oggetti erano riproduzioni estremamente dettagliate di fiori, realizzate con materiali preziosi e spesso incastonate in vasi di cristallo di rocca.

L’Uovo della Corte Danese: Un’altra uova interessante è l’Uovo della Corte Danese, creato nel 1903 per celebrare la connessione tra le famiglie reali russa e danese. Questo uovo contiene una miniatura della nave reale danese e riflette la profonda amicizia tra i due paesi.

L’Uovo della Colonna d’Alessandro: L’Uovo della Colonna d’Alessandro, creato nel 1916, contiene una miniatura della Colonna d’Alessandro situata a San Pietroburgo. Questa miniatura è incredibilmente dettagliata, con la colonna fatta di oro e la statua della vittoria realizzata in platino.

Il Collegamento con i Romanov: Le uova di Fabergé erano talmente importanti per la famiglia Romanov che spesso venivano commissionate per eventi significativi come incoronazioni, matrimoni e anniversari. Questo legame rafforzava ulteriormente la reputazione di Fabergé come il gioielliere più prestigioso della Russia.

L’Uovo della Mosca d’Oro: Una delle uova meno conosciute ma molto affascinanti è l’Uovo della Mosca d’Oro, commissionato nel 1904. Questo uovo rappresenta la Cattedrale dell’Intercessione della Teotokos sul Fiume Moscova, con dettagli intricati e colori vivaci che catturano l’essenza della città di Mosca.

La Passione per l’Eredità: Dopo la morte di Peter Carl Fabergé nel 1920, i suoi figli e nipoti continuarono a portare avanti il suo lavoro e la sua eredità artistica. Nel corso degli anni, la famiglia Fabergé ha continuato a mantenere viva la tradizione di eccellenza e innovazione che ha reso celebre il marchio.

Il Fascino Duraturo: Anche dopo più di un secolo dalla sua fondazione, il marchio Fabergé continua a esercitare un fascino irresistibile su collezionisti e appassionati di arte e gioielleria. Le opere di Fabergé sono considerate tesori artistici e simboli di lusso e bellezza, che continuano a ispirare e affascinare persone di tutto il mondo.

L’Originalità dei Design: Fabergé era noto per la sua originalità nei design, che spesso mescolavano stili e influenze culturali in modi innovativi e sorprendenti. Le sue creazioni uniche e iconiche continuano a essere ammirate per la loro bellezza senza tempo e la loro maestria artigianale.

La Legacy di Fabergé: La fama e l’influenza di Fabergé nel mondo della gioielleria e dell’arte rimangono indiscusse, con le sue opere ancora oggi considerate tra le più prestigiose e ricercate al mondo. La sua eredità artistica continua a ispirare artisti e designer contemporanei, che guardano a Fabergé come un vero maestro del suo mestiere.

Il Rinascimento del Marchio: Con il revival del marchio Fabergé nel XXI secolo, la tradizione di eccellenza e innovazione è stata portata avanti con successo. Le nuove creazioni continuano a portare avanti il lusso e la bellezza che hanno reso celebre il nome Fabergé, mantenendo viva l’eredità artistica della famiglia e il suo legame con la storia e la cultura russa.

le uova Fabergé disperse

Tra il 1885 e il 1917, Peter Carl Fabergé produsse un totale di 52 uova di Pasqua gioiello per gli zar. Conosciute come uova Fabergé, delle 52 uova imperiali originali ne sono rimaste solo 45. Che fine hanno fatto le altre sette? Si tratta di un mistero che fa discutere il mondo dell’arte da anni

perso e ritrovato

I Fabergé erano di discendenza ugonotta e furono obbligati a lasciare la loro nativa Piccardia quando l’Editto di Nantes fu revocato nel 1685. Come vittime di persecuzioni religiose, avevano attraversato l’Europa orientale, e molti anni dopo Gustav Fabergé, il padre di Carl, nato a Pernau nel 1814, aprì un piccolo laboratorio in un seminterrato a San Pietroburgo come gioielliere ordinario nel 1842.

Peter Carl Fabergé, il cui lavoro ci interessa qui, nacque nel 1846. Suo padre si era assicurato che ricevesse la migliore educazione possibile, che includeva visite a tutti i principali musei e collezioni d’Europa. Si dimostrò uno studente eccezionale che diventò sempre più attratto dall’arte dell’orefice. Nel 1870, all’età di soli ventiquattro anni, accettò la responsabilità di dirigere l’azienda in modo che suo padre potesse ritirarsi. Animato dall’entusiasmo, Carl Fabergé portò a una silenziosa ma decisiva rivoluzione nelle arti applicate della Russia. Questo fu il risultato della sua convinzione fondamentale che il valore di un’opera d’arte risiede nell’ispirazione del suo design e nel merito della sua maestria e non nel costo degli ingredienti impiegati nella sua produzione. Questa filosofia rappresentava un completo ribaltamento di ciò che era avvenuto prima nella Russia imperiale, dove l’ostentazione e lo splendore dell’effetto avevano avuto la precedenza su ogni altra considerazione. Sir Roy Strong, direttore del Victoria & Albert Museum di Londra al tempo dell’esposizione di Fabergé del 1977 in occasione del Giubileo d’Argento della Regina, scrisse il seguente tributo nel catalogo dell’evento: “Fabergé è quasi l’ultima espressione dell’arte di corte all’interno della tradizione europea che porta con sé una convinta passione per l’importanza della maestria e dell’inventiva del design, unita a una celebrazione delle virtù dell’ingegno e della fantasia applicate agli oggetti di uso quotidiano, che ha ancora rilevanza per il design di oggi.”

Come risultato di una felice serie di eventi, sono emersi due dei libri di design originali raccolti dai laboratori di gioielleria di Fabergé a San Pietroburgo; più specificamente, si tratta dei libri di Albert Holmström, che registrano, a quanto pare, ogni gioiello realizzato dal 6 marzo 1909 al 20 marzo 1915. Albert aveva preso il controllo dei laboratori nel 1903 dopo la morte di suo padre, August Wilhelm Holmström, che li aveva precedentemente gestiti. Ulteriori preziose informazioni emersero come risultato di conversazioni e corrispondenza con Ulla Tillander-Godenhielm di Helsinki.

Poco prima della Pasqua del 1885 lo Zar Alessandro III (padre dell’ultimo Zar Nicola II) commissionò a Fabergé un uovo di Pasqua ingioiellato come dono per sua moglie Maria Feodorovna.  L’uovo misurava solo 64x35mm, ma era magnifico: un guscio in smalto bianco si apriva rivelando al suo interno un tuorlo d’oro, che a sua volta conteneva la miniatura di una gallina d’oro con occhi di rubino. L’oggetto fu riconosciuto da subito come un’opera d’arte della gioielleria mondiale e la zarina rimase incantata dal prezioso regalo, che divenne il primo di una lunga serie: Alessandro III decise infatti di farla diventare una tradizione e Fabergé fu nominato gioielliere ufficiale della Corte Imperiale. Anche dopo la sua morte il figlio Nicola continuò a commissionare al grande gioielliere le uova, piccoli scrigni di miniature realizzate a mano, ognuno contenente una sorpresa unica e stupefacente.

A condizione che ci fosse una sorpresa all’interno di ogni uovo, l’orafo poteva sbizzarrirsi a piacimento, dando prova di incredibile creatività e maestria e realizzandone di sempre più elaborate. Il segreto di Fabergé per ottenere la loro straordinaria lucentezza era l’applicazione fino a sette strati di smalto, che cuocevano diverse volte fino ad 800 gradi. Una volta definito il progetto, per la realizzazione di un uovo occorreva un intero anno di lavoro di un’equipe di artigiani.

 

Uovo della costellazione

esemplare del museo di Mosca ritrovato nel 2002

Nel corso degli anni, si stima che 52 uova furono donate come regali di Pasqua a Maria e a sua nuora, la zarina Alessandra. Nel biennio 1904-1905 nessun uovo venne fabbricato  per via delle restrizioni  imposte dalla guerra Russo-Giapponese. I numeri 43, “Constellation Tsarevich”, e 44, “Birch Karelia”, non furono mai interamente completati a causa dello scoppio della Rivoluzione e dell’esecuzione sommaria della famiglia Romanov. Nel 2002 è stato ritrovato per caso nel museo mineralogico Fersman di Mosca un polveroso blocco di cristallo di rocca che regge un uovo scolpito in un minerale blu tempestato di brillanti: gli esperti ritengono che si tratti proprio dell’uovo incompleto dedicato al piccolo zarevic Alessio.

l’ uovo di betulla

The Birch Karelia, incompleto, 1917

L’Uovo di betulla della Carelia è tra i meno preziosi perché manca  la sorpresa, un elefante con 8 diamanti di grandi dimensioni, 61 piccoli e una chiave con inciso le iniziali “MF” (Maria Feodorovna). Ma ha un grande valore storico in quanto lafattura, datata 25 aprile 1917, non è intestata allo Zar di tutte le Russie, ma semplicemente “al Signor Romanov” e nella lettera di accompagnamento Fabergé si lamenta di non essere stato pagato! L’uovo riapparve nel 2001, quando un collezionista del Regno Unito, discendente di emigrati russi, lo vendette al Museo Fabergé di Baden-Baden per alcuni milioni di dollari.

uovo in memoria di alessandro iii,

uovo reale danese

Due delle uova imperiali perdute: l’Uovo in memoria di Alessandro III (a sinistra), e l’Uovo reale danese. Si tratta delle uniche immagini conosciute.

Dopo la Rivoluzione le uova imperiali furono saccheggiate dai Bolscevichi e vendute per fare cassa: si stima che tra il 1930 e il 1933 quattordici lasciarono la Russia e si dispersero in tutto il mondo; alcune oggi fanno parte di collezioni private, tre sono di proprietà della Regina Elisabetta, altre si trovano nei musei e altre ancora sono sparite dalla faccia della Terra. Le sette uova Fabergé non ancora individuate sono: Uovo con gallina e pendente di zaffiro (1886), Uovo sul cocchio con cherubino (1888), Uovo Necessaire (1889), Uovo Malva (1897), Uovo di Nefrite (1902), Uovo reale danese (1903), Uovo in memoria di Alessandro III (1907). Cinque delle uova mancanti sappiamo che esistono grazie alle fotografie scattate dalla famiglia dello Zar. Per le altre, invece, possiamo affidarci solo ai nomi che appaiono sui contratti della Maison Fabergé. Nessuno ha idea del loro aspetto o di dove possano essere. E’ un mistero che ossessiona gli storici dell’arte da decenni.

l’ uovo nécessaire

L’Uovo Nécessaire sopravvisse alla Rivoluzione e  si trova nell’inventario dei beni trasferiti al Sovnarkom nel 1922. L’uovo partecipò alla prima esposizione di Fabergé in Inghilterra del 1949 e pare che sia stato venduto nel 1952  da un antiquario ad un acquirente rimasto anonimo, contrassegnato soltanto come  “uno straniero”.  Dopodiché, di questo uovo tempestato di diamanti, rubini e smeraldi contenente 13 oggetti necessari per la toeletta non se n’è saputo più nulla. Quello che si vede sotto è una riproduzione.

l’ uovo malva

Il portaritratti all’interno del perduto Uovo malva, raffigurante la coppia imperiale e la piccola Olga.

L’Uovo Malva del 1897 purtroppo è andato perduto e si è conservato solo il portaritratti a forma di cuore contenuto al suo interno.  Un sofisticato meccanismo permette al cuore di aprirsi e rivelare un trifoglio smaltato verde; ogni foglia racchiude le miniature dello zar Nicola, della zarina Alessandra e della loro prima figlia Olga. Dato che in entrambi gli inventari di confisca del tesoro imperiale (1917 e 1922) non è menzionato l’Uovo Malva, si ipotizza che possa essere stato rimosso prima della Rivoluzione, forse dalla stessa Maria Feodorovna.

l’ uovo di nefrite

L’Uovo di Nefrite, noto anche come “Alexander III Medallion Egg”, disperso dopo la Rivoluzione. Probabilmente fu esposto a Londra nel 1935. Una pubblicazione del 2004 a cura di Alexander von Solodkoff da cui sono tratte le due immagini suggerisce che questo uovo sia stato ritrovato, ma la maggior parte degli studiosi di Fabergé non è d’accordo. La scoperta rivelata a maggio del 2015 dalla ricercatrice russa Tatiana Muntian di una sua descrizione in una lista  degli oggetti presenti nel Palazzo di Gatchina nel luglio 1917 ha acceso di nuovo la discussione: “Uovo in montatura in oro su due colonne di nefrite, all’interno ritratti della granduchessa Olga Alexandrovna e del principe PA di Oldenburg”. Stando alla descrizione, dunque, potrebbe trattarsi proprio dell’Uovo di Nefrite considerato perduto per sempre.

l’ uovo d’ inverno

The Winter Egg, 1913.

The Winter Egg, realizzato con diamanti e platino per sembrare di ghiaccio, era l’uovo più costoso della collezione degli zar; scomparso nel 1975, si ignorava dove fosse. Un eccentrico miliardario aveva tenuto l’uovo e centinaia di altri pezzi d’antiquariato e gioielli nella sua camera da letto, ma non aveva mai permesso ad anima viva di entrarvi, quindi fino alla sua morte nessuno  ha mai saputo che possedesse quell’uovo.

l’ uovo con gallina

Una riproduzione di quello che si suppone fosse l’aspetto dell’Uovo con gallina e pendente di zaffiro

Il design esatto dell’Uovo con gallina e pendente di zaffiro non è noto, in quanto non ci sono fotografie o illustrazioni,  e anche  le descrizioni sono discordanti tra di loro. L’uovo è descritto nell’archivio imperiale russo del febbraio 1886 come “una gallina in oro e diamanti rosa che prende un uovo di zaffiro da un nido” all’interno di un tuorlo in oro giallo opaco. L’archivio del Governo Provvisorio descrive la gallina come d’argento, anche se questa descrizione è probabilmente errata poiché gli ordini per l’uovo del 1886 stabilivano espressamente che dovesse essere in oro. Sembra che originariamente all’interno del tuorlo ci fosse anche la riproduzione della Corona Imperiale. Allo stato attuale, non si sa se l’uovo in questione sia andato perduto oppure se si trovi in mano a privati.

uovo della memoria di azov

l’Uovo della Memoria di Azov del 1891: la sorpresa contenuta all’interno è una fedele miniatura dell’incrociatore della Marina Imperiale Russa Pamiat Azova e fu commissionato in occasione del viaggio per mare compiuto dall’allora zarevic Nicola fino in Giappone. Scolpito in un pezzo di diaspro eliotropio e decorato in stile Luigi XV con un motivo a fiori d’oro cesellati, la nave è eseguita nei minimi dettagli, tra cui piccole scialuppe di platino, minuscoli diamanti per i finestrini, ancore, catene e corde dorate sottilissime sugli alberi. Il nome “Azov” è inciso sulla poppa. La nave poggia su una lastra di acquamarina, che rappresenta il mare. Al contrario della sottoscritta, pare che la zarina Maria non lo apprezzasse particolarmente.

FABERGé

Piccole Scatole

Fabergé è noto per le sue finiture smaltate uniche. Aveva una tavolozza di colori per i clienti per scegliere la tonalità e la finitura dell’oggetto che ordinavano, come la scatola blu ghiaccio mostrata qui. Fino a cinque o sei strati di smalto venivano applicati e cotti sulle superfici di oro, argento o argento dorato, sui quali venivano aggiunti motivi incisi. Se la scatola era fatta di pietra, il capolavoro di Fabergé utilizzava strumenti semplici per modellare l’objet d’art. Un tavolo di marmo o piatto, o l’estremità arrotondata di un tavolo da lavoro appositamente realizzato, veniva utilizzata per levigare la pietra. Fabergé utilizzava pietre preziose come rubini e diamanti per abbellire anche i pezzi più piccoli, come queste graziose scatoline per pillole.

L’incisione a macchina o guilloché è conosciuta fin dal XVIII secolo, specialmente in Francia e a Ginevra (Svizzera). I maestri artigiani di Fabergé utilizzavano questo processo insieme allo smalto, che creava l’aspetto sorprendente di un materiale prezioso o di un ricamo, con il tocco liscio di un perfetto oggetto di vetro.

Il guilloché su qualsiasi metallo prezioso è abbastanza facile da fare. Ma i molti strati diversi di smalto preparati da Fabergé sono assolutamente unici.

Tatiana Fabergé | Fabergé Heritage Council | FABERGÉ.com

tatiana fabergé

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Il guilloché è una tecnica decorativa di incisione realizzata con apposite macchine che, guidate manualmente, generano un preciso, intricato e ripetitivo pattern sul materiale di base.

L’incisione realizzata a mano, per sua natura, si presta ad un decoro libero,
naturalistico e sempre vario.
L’incisione realizzata con le macchine a guillocher, invece, risulta precisa e ripetitiva, ma nello stesso tempo è molto espressiva: l’operatore può esprimere la propria creatività, in relazione alla sua esperienza tecnica e alla sua sensibilità estetica, potendo egli costruire un’infinità di pattern differenti col variare dei parametri di lavorazione.

L’origine esatta delle prime macchine non è nota con certezza.
È possibile che abbiano paternità svizzera, forse per opera di un ingegnere francese di nome Guillot.

I primi esempi di casse di orologio lavorate con questa tecnica portano inciso l’anno 1624. L’effettiva introduzione nel settore dell’orologeria risale al 1786, quando Abraham-Louis Breguet inizia a utilizzarla per decorare i quadranti e le casse dei suoi orologi. Questa tecnica sperimenta una straordinaria popolarità nel XIX secolo, grazie soprattutto all’opera di Peter Carl Fabergé.

SMALTO CHAMPLEVÉ

La fabbricazione di questi smalti si basa su una placca metallica sufficientemente spessa nella quale vengono scavati incavi mediante strumenti e successivamente riempiti di smalto.

Per prima cosa, il design viene trasferito sul metallo con una chiara indicazione delle parti che devono rimanere intatte (per garantire che la matita o l’inchiostro siano fissati, il metallo dovrebbe prima essere coperto con uno strato molto fine di gomma).

Il design da trasferire viene disegnato con uno stilo in una linea incisa fine. Le aree da riempire con lo smalto vengono poi scavate con uno stilo piatto.

Per l’ultima operazione nominata, è essenziale assicurarsi che i lati delle aree scavate siano verticali, poiché altrimenti i disegni verranno rovinati dopo la lucidatura. È ovvio che più profonda è la cavità, più scuro diventerà lo smalto trasparente.

plique à jour

Plique-à-jour (francese per “aperto alla luce”) è una tecnica di decorazione a smalto che prevede l’applicazione dello smalto vitreo in celle, come nel cloisonné, ma senza il fondo del supporto nel prodotto finale, per cui la luce può brillare attraverso lo smalto trasparente o traslucido.

Cosa dicono di Tatiana

Esplora la vita professionale di Tatiana Fabergé, un viaggio affascinante attraverso la sua carriera e le sue realizzazioni.

Un’esperienza illuminante! Consigliato a chiunque voglia conoscere il mondo di Tatiana Fabergé.

FABERGé

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Tatiana Fabergé, Eric Alain Kohler, Valentin V. Skurlov

portrait Elle vit dans le Pays de Gex et a écrit le livre référence sur Fabergé. Tatiana Fabergé, l'âme du joaillier des Tsars

Smaltatura Champlevé

Come abbiamo già detto, la fabbricazione di questi smalti si basa su una placca di metallo sufficientemente spessa in cui vengono scavate delle cavità tramite strumenti, che vengono poi riempite di smalto.

Innanzitutto, il disegno viene trasferito sul metallo con una chiara indicazione delle parti che devono rimanere intatte (per garantire che la matita o l’inchiostro sia fissato, il metallo deve prima essere coperto con uno strato molto sottile di gomma).

Il disegno da trasferire è tracciato con uno stiletto in una linea finemente incisa. Le aree da riempire con lo smalto vengono poi scavate con uno stiletto piatto.

Per questa operazione, è essenziale assicurarsi che i lati delle aree scavate siano verticali, poiché altrimenti i disegni saranno rovinati dopo la lucidatura. È ovvio che più profonda è la cavità, più scuro diventerà lo smalto trasparente.

Quando si lavora su rame e metalli ferrosi, è necessario scavare più in profondità, specialmente dove è coinvolto lo smalto opaco. L’incisione viene utilizzata per facilitare il lavoro sul rame: le parti metalliche da conservare sono coperte con lacca e l’incisione viene effettuata con acido nitrico, come nel caso dell’incisione. Quando si raggiunge la profondità necessaria, la lacca viene rimossa, l’oggetto viene lavato e il disegno viene corretto con uno stiletto dove necessario. Le cavità destinate allo smalto trasparente possono eventualmente essere decorate con incisioni o, per aree più grandi, lavorate con un motore a rose.

Dopo che il metallo è stato pulito, il processo di copertura con lo smalto può iniziare, nello stesso ordine del lavoro cloisonné.

In tutti i tipi di lavoro di smaltatura, un metodo che può produrre risultati magnifici nelle mani di un artista è l’uso di paillons. Questi lustrini fatti di fogli di argento puro o oro sono posizionati sotto lo smalto trasparente nei punti in cui si desidera ottenere una brillantezza speciale o un particolare intensità di colore nello smalto. I lustrini sono fatti come segue: viene presa una matrice molto accurata dei punti in cui devono essere posizionati i lustrini.

Un foglio del metallo scelto viene quindi posto su una tavola di pero liscia. Viene coperto con la matrice e con un coltello molto affilato si ritaglia sia la matrice che il lustrino. Quando è necessario un grande numero di forme e dimensioni simili del lustrino, viene realizzato un punzone speciale per tagliare la forma richiesta premendo sulla lamina metallica.

Il lustrino viene fissato al primo strato di smalto come segue: si utilizza un piccolo pennello per coprire il punto preparato con un leggero, appiccicoso flussante o meglio ancora con il succo di semi di mela cotogna schiacciati. Il lustrino viene raccolto con piccole pinzette, posizionato nella posizione desiderata e leggermente pressato. Per asciugare definitivamente la colla, sarà sufficiente cuocerlo leggermente. Quando si utilizza questo metodo, bisogna tenere presente che il metallo cambierà il colore dello smalto che lo copre: l’oro accentuerà il calore del colore, mentre l’argento o il platino avranno l’effetto opposto. Si può accettare come regola che lo smalto trasparente acquisirà diverse tonalità su diversi metalli.

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